Battistero di Firenze, rilievo digitale
Grazia Tucci
Università di Firenze
Abstract
Ogni edificio testimonia la concezione spaziale del proprio tempo e costituisce una soluzione
peculiare ‒ talvolta unica ‒ di un problema costruttivo. Ciò posto, esso rappresenta, specie per le
grandi fabbriche del passato, molto lontane dal modo attuale di intendere l’architettura, il
documento più verace (e l’unico inoppugnabile) delle loro vicende storiche, dalla fase d’impianto
alla conformazione attuale.
Con ragione, a partire dal Rinascimento, il rilievo è stato riconosciuto come la pratica più pertinente
ed incisiva per lo studio del costruito, assumendo un ruolo fondamentale nella formazione per
l’esercizio professionale dell’architetto.
Ovviamente, la minuziosa attività di misurazione e “lettura” di un edificio e dei suoi elementi, da
registrare in eidotipi e poi in elaborati grafici di adeguata compiutezza, che ne descrivano le parti
più significative, non può darsi una volta per tutte, ma va aggiornata di continuo, in rapporto a
nuove esigenze ed opportunità d’indagine, anche per il sopraggiungere di sistemi e mezzi tecnici
più avanzati e risolutivi. Questo non solo per ciò che attiene le diverse finalità e i criteri di rilievo
(geometrico, costruttivo, materico e stratigrafico, ecc.) e le sue valenze “diagnostiche”, ma perché si
modificano nel tempo le condizioni che potremmo definire paratestuali. Ad esempio, nella storia
delle raffigurazioni di ogni grande fabbrica, quale il Battistero, assistiamo assieme al diversificarsi
delle rappresentazioni grafiche a quello delle tecniche di disegno che variano anche in funzione
della loro riproducibilità a stampa. Le diverse tecniche di cui ci è avvalsi (al tratto, a mezzatinta, a
colori, fotografica…) condizionano infatti la scelta degli elementi da rilevare, così come i formati di
stampa finiscono inevitabilmente per determinare la scala metrica di rappresentazione e quindi, in
ultima analisi, il livello di dettaglio a cui spingere la campagna, molto onerosa, di acquisizione dei
dati.
Un fattore decisivo è quello degli strumenti di misura disponibili: per secoli quelli del rilevatore,
rimasti pressoché invariati, erano gli stessi che utilizzavano i costruttori, come i longimetri, il filo a
piombo, la livella e pochi altri.
Solo dalla fine del XIX secolo il rilievo strumentale si è rivolto all’architettura, con un percorso
dapprima lento, trovando impiego in pochi casi d’eccezione.
Il Battistero di San Giovanni è uno dei casi a cui si sono precocemente applicate le più moderne
tecniche di rilievo via via a disposizione. Nonostante il carattere episodico, queste iniziative
denotano, sin dagli esordi, la crescente consapevolezza da parte degli studiosi che il rilievo ‒ e la
misura in sé ‒ era lo strumento basico di analisi e interpretazione della fabbrica, capace di sceverare
i diversi assunti, privi di riscontri certi, che incardinavano l’esegesi critica.
Keywords
Rilievo, Rilievi, Battistero di Firenze, Battistero di S. Giovanni, Grazia Tucci, Pontecorboli Press.